"Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina." Sant'Agostino

venerdì 14 ottobre 2011

Villa Celiera (Pe): Il Fungarolo, un ristorante da provare!

Il ristorante Il Fungarolo si trova ad una altitudine di oltre 1000 metri sopra il livello del mare in località Santa Maria nel territorio comunale di Villa Celiera, in un'area di incipente turismo montano a poche centinaia di metri da una pista di sci di fondo e dall'ingresso della Piana del Voltigno, nella parte orientale del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.
Una delle sale del ristorante


Ospitato in un tipico chalet in stile montano, sia nella struttura che nell'arredamento, dispone di una sala ad elle con camino in cui trovano spazio una trentina di tavoli in grado di ospitare oltre un centinaio di commensali. Propone piatti basata sulla tradizionale cucina regionale, ed in particolare pescarese, con antipasti a base di affettati, formaggi locali con particolare attenzione al pecorino di Farindola, polpettine di pecora al sugo, farro con i porcini e funghi sott'olio. Fra i primi, rigorosamente fatti a mano, spiccano le pappardelle al cinghiale, i ravioli o le tagliatelle ai funghi porcini e le sagne e ceci in bianco sempre con i porcini. I secondi sono prevalentemente a base di carne alla brace, in particolare di carne ovina con arrosticini di pecora fatti a mano e costolette di agnello. Presente anche una discreta selezione di dolci, sempre fatti in casa, e di vini, in particolare di produzione regionale. Prezzi medio-bassi.
Se andate a cena e non avete voglia di riprendere l'auto per tornare a casa, magari perchè il Montepulciano d'Abruzzo vi ha particolarmente allettati, al piano superiore sono presenti alcune camere che vengono proposte per il pernottamento e la prima colazione e che sono dotate di servizi privati e tv.

domenica 9 ottobre 2011

Pretoro (Ch): la chiesa di San Nicola

La Chiesa di San Nicola si trova nel centro storico di Pretoro, nel Parco Nazionale della Majella. La sua attuale configurazione risale agli anni a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, anche se permangono tracce del precedente impianto romanico nella muratura esterna e nelle monofore che si affacciano sulla valle.
la facciata esterna della chiesa


Dedicata al Santo orientale, nella la chiesa in realtà si venera San Domenico Abate, patrono di Pretoro e oggetto di un culto popolare molto antico che travalica i confini del paese. E' da qui infatti che la prima domenica di maggio prendono avvio, con la fervente partecipazione dei fedeli, i complessi festeggiamenti in onore del Santo che si concludono poi nella parte alta del borgo con la rappresentazione de "Lu Lope", una rievocazione in forma drammatica di un miracolo operato dal Santo.
L'edificio si presenta con una facciata in pietra della Majella nella quale un grande arco introduce ad un porticato che a sua volta conduce al portale della chiesa. L'interno è a tre navate a pianta irregolare, con la navata centrale e quella laterale di destra di forma rettangolare e quella laterale di sinistra, attraverso la quale si accede al luogo di culto, di forma trapezioidale. In esso, oltre a diverse statue di Santi particolarmente venerati nella zona, si possono osservare due opere di particolare pregio artistico, una pietà in terracotta policroma del XVII secolo e un grande portale scolpito nel legno risalente al 1630 restaurato di recente e appoggiato su una parete nei pressi .dell'ingresso.

sabato 8 ottobre 2011

Serramonacesca (Pe): San Liberatore a Maiella

La chiesa di San Liberatore a Maiella sorge in un'area boscosa che sovrasta il corso del fiume Alento, a pochi chilometri dal centro abitato di Serramonacesca e, oltre ad essere una delle più antiche testimonianze benedettine in Italia (i primi riferimenti scritti risalgono all'884), rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura romanica abruzzese.
La facciata ed il campanile della chiesa


Più volte sottoposta a distruzioni, dovute soprattutto a terremoti, e a successivi rifacimenti ed ampliamenti particolarmente influenzati, pur nella loro originalità, dalle scelte architettoniche operate per la ricostruzione dell'abbazia madre di Montecassino, la chiesa conserva attualmente poche tracce del complesso monastico a cui originariamente era unita.
L'edificio presenta la classica pianta basilicale a tre navate realizzata attraverso il succedersi di sette arcate a tutto tondo poggianti su pilastri a base rettangolare. La navata centrale, attualmente sovrastata da un soffitto a capriate lignee, presenta ampi resti di un pavimento a mosaico con motivi geometrici del XIII secolo. Oltre ad un pregevole ambone del XII secolo, ad un architrave decorato con bassorilievi con immagini vegetali, animali e antropomorfe, l'interno conseva soprattutto resti di affreschi in stile gotico risalenti al XIII secolo e che raffiguravano gli episodi più importanti della storia del complesso monastico stesso. L'esterno presenta invece una facciata che nella parte superiore mostra tre monofore e in quella inferiore tre portali che introducono alle rispettive navate. Dell'ampio portico chiuso che in passato precedeva la chiesa, visibile anche in un affresco di origine cinquecentesca conservata all'interno, non restano oggi che poche tracce.
A partire già dal XVIII secolo la chiesa è stata prima abbandonata e poi è andata via via deteriorandosi ed invasa da detriti ed erbacce e solo verso la fine degli anni settanta del secolo scorso furono realizzati i radicali interventi di restauro che le hanno restituito l'aspetto attuale.